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martedì 21 maggio 2013

I 10 PASSI DELLA SALUTE


 della dr.ssa Laura Russo
  1. Mangiare 5 volte al giorno pasti non troppo pesanti ed equilibrati nei nutrienti. Non trascurare la colazione che deve essere abbondante.
  2. Mangiare ad ogni pasto una certa quantità di fibre in particolare una frutta almeno tre volte al giorno ed un bel piatto di verdure miste a pranzo e cena. Preferire l'utilizzo di pane, pasta e farine integrali.
  3. Evitare l'uso di grassi”trans”(grassi idrogenati,margarine, oli vegetali non meglio specificati),non eccedere con i grassi saturi naturali (burro e strutto) evitare invece i saturi tropicali (olio di palma,olio di cocco).Aumentare di molto il consumo di grassi Omega 3 attraverso sia il pesce (min.2 volte a settimana, pesce azzurro, salmone, tonno ma anche luccio, persico, carpa,coregone, anguilla,ecc.) che legumi, noci e olio di lino, e di Omega 6 consumando oli vegetali spremuti a freddo (oliva, girasole,mais, borragine) e semi oleosi (noci, mandorle, nocciole).
  4. Preferire le carni bianche e di maiale magro e limitare il consumo di carne vaccina ad una volta a settimana (contiene 1,8 % di grassi trans !).
  5. Limitare al massimo l'uso di sale (insaporire con l'uso le spezie) ed insaccati (per il loro contenuto di sale,pepe e conservanti vari ).
  6. Mangiare preferibilmente alimenti freschi o eventualmente surgelati semplici evitando l'uso di cibi precotti,conservati e/o in scatola (additivi, conservanti,grassi trans,dado, ecc.). Cucinare al naturale, limitando l'uso di grassi fritti (soffriggere con aggiunta di acqua o vino) e della brace.
  7. Limitare l'introduzione di grassi e zuccheri, sopratutto se subito dopo non si fa del movimento.
  8. Non eccedere oltre le calorie necessarie a ciascuno per eta' e peso. Bere acqua ma non bevande dolci né più di un bicchiere di vino a pasto.
  9. Fare tutti i giorni del movimento (almeno 20 minuti, di intensità tale da determinare una accelerazione del battito cardiaco).
  10. Stare all'aria aperta il più possibile (o integrare con vitamina D) .


L'importanza dell'allattamento al seno


L'Organizzazione Mondiale della Sanità, i Pediatri e le Ostetriche sostengono che l'allattamento esclusivo al seno è la forma ideale di alimentazione per il neonato nei primi sei mesi di vita.


   Il  latte materno è completo e non richiede integrazioni, è sempre pronto per l'uso, è alla giusta temperatura, è igienicamente adeguato ed economico! L'allattamento al seno è il modo naturale per una mamma di alimentare il suo bambino ed è importante per la salute di entrambi:
 Per il bambino
  • L'allattamento materno rafforza il legame madre-neonato, dal momento che le poppate frequenti offrono molte occasioni di contatto "pelle a pelle" e permettono di migliorare la conoscenza reciproca. Attaccato al seno il bambino ascolta la voce della madre, ne sente l'odore e il calore della pelle, si rilassa e la sua attività respiratoria diventa più regolare.
  • Importanza per un'azione antiinfettiva svolta a livello delle mucose: nel latte si ritrovano soprattutto immunoglobuline A (IgA), quegli anticorpi cioè che svolgono una vera e propria funzione di "barriera" nei confronti dell'entrata dei germi (o altre sostanze) attraverso le mucose .
  • Il potere difensivo del latte materno deriva poi anche da altri fattori: nell'intestino del bambino nutrito direttamente al seno della madre si sviluppa il Bacillus bifidus la cui presenza è indispensabile per tenere sotto controllo la proliferazione degli altri batteri intestinali.
  • Inoltre nel latte materno è presente una sostanza antibatterica, il lisozima.
  • Questi due ultimi fattori contribuiscono a rendere i bambini allattati al seno meno soggetti alle infezioni intestinali di quanto non lo siano quelli allattati artificialmente.
  • Lo protegge dalle infezioni delle vie urinarie, da otiti, stitichezza, sovrappeso, obesità e diabete di tipo 2 , meningiti e sepsi, delle allergie (eczemi, asma) e da alcune malattie da alterata risposta immune (diabete giovanile, malattia celiaca, morbo di Chron, rettocolite ulcerosa).

Per la mamma
  • Le donne che allattano al seno sono maggiormente protette dal tumore al seno e alle ovaie e dall'indebolimento delle ossa in età avanzata (osteoporosi). 
  • Inoltre l'allattamento può favorire la perdita dei chili di troppo accumulati in gravidanza , dal momento che la produzione di latte richiede un maggior consumo energetico dovuto alla produzione del latte.

Portare con la fascia: i benefici per genitori e bebè

La deputata Licia Ronzulli con la sua bimba nella fascia alle votazioni al Parlamento Europeo



I vantaggi per il bebè
L’uso della fascia permette di ricreare un ambiente simile al grembo materno, in cui il bebè si sente contenuto e rassicurato. Una condizione ancora più importante per i piccoli nati prima del termine o con un cesareo, che “separa” in modo brusco mamma e neonato senza dar loro la possibilità di prepararsi al distacco e viverlo con consapevolezza. Offrire al piccolo, subito dopo la nascita, un ambiente quanto più simile a quello uterino, soddisfare il bisogno di vicinanza sono fattori essenziali per una crescita sana sia dal punto di vista psicologico ed emotivo, sia dal punto di vista fisiologico.
  • Il bebè “portato” gode di una costante rassicurazione: sul corpo di mamma e papà trova le condizioni ottimali per il suo benessere emotivo: vicinanza, calore, affetto e nutrimento. Il supporto (fascia, stoffa, marsupio) gli permette di continuare a essere cullato grazie al movimento di chi lo porta.
  • Il piccolo si integra più facilmente nella routine familiare: vive infatti “all’altezza” del genitore, ha la possibilità di osservare il mondo e di ricevere stimoli, condividendo l’esperienza dell’adulto.
  • Anche il senso dell’equilibrio è sollecitato di continuo perché il bimbo deve bilanciarsi e seguire i movimenti di chi lo porta. Tende infatti a spingere le gambine e a tirare su il collo, cercando di “aggiustarsi” sul corpo dell’adulto, per poi accovacciarsi comodamente.
  • Quando il piccolo non è sdraiato, ma seduto con le gambine divaricate, la fascia favorisce la corretta posizione delle anche e lo sviluppo dell’acetabolo, l’incavo del bacino che accoglie la testa del femore.
  • Uno studio ipotizza, inoltre, che il pianto definito ‘normale’ dei neonati delle società industrializzate, ovvero quel pianto serale che aumenta nelle prime settimane di vita e diminuisce intorno ai quattro mesi, si ridurrebbe se i bambini venissero portati e tenuti accanto di più, cioè non solo nel momento dei pasti e quando piangono.
  • Man mano che il bimbo cresce, infine, questa consuetudine rappresenta una possibilità in più per stare insieme in modo speciale e di rilassamento.
I vantaggi per la mamma
Quel contatto che è tanto piacevole e importante per il bebè, regala molte sensazioni positive anche alla mamma. Non solo:
  • La vicinanza continua favorisce quella comprensione profonda che permette alla mamma di intuire i bisogni del figlio, interpretandone i segnali corporei e le espressioni del volto. Il risultato è che i bimbi che possono stare a contatto di pelle piangono meno e questo fa crescere l’autostima materna, la fa sentire “capace” e quindi più serena e sicura di sé.
  • E non mancano anche i vantaggi di tipo pratico: il genitore che porta il proprio bimbo addosso è più libero  perché gode di una totale libertà di movimento.
  • La fascia è inoltre un valido supporto per allattare al seno con comodità e discrezione quando ci si trova fuori casa o per nutrire bimbi che soffrono di frequenti rigurgiti e per i quali è preferibile la posizione verticale.
Papà consapevoli e protagonisti
I papà di oggi hanno una grande responsabilità. Nella società odierna, in cui la famiglia è mononucleare e alle neomamme è venuto a mancare il sostegno un tempo assicurato da mamme, nonne e zie, il supporto del partner è divenuto indispensabile.
  • L’uso della fascia permette al padre di sperimentare le proprie capacità, di constatare che, pure accanto a lui,  il bimbo è sereno, si addormenta e rimane tranquillo.
  •  Il “portare” diventa un modo per creare precocemente il legame padre-figlio, contrariamente a quanto solitamente accade, dato che spesso i papà interagiscono di più con i loro bimbi solo in un secondo tempo, quando cominciano a camminare o a parlare.
I capricci non c’entrano
Oggi l’immagine del genitore che porta addosso il proprio piccino può suscitare stupore e commenti un po’ dubbiosi. È probabile che alla mamma venga chiesto se non teme di viziare il bimbo tenendolo sempre in braccio e che le venga consigliato di abituare il piccolo a restare nella sua culla. Ma sono sempre più numerosi gli esperti dell’infanzia che rassicurano i genitori: viziare un neonato non è possibile, i bisogni che lui esprime sono necessità primarie e la vicinanza e il contatto fanno parte di queste esigenze. I genitori che soddisfando il bisogno di contatto nel momento giusto, aiutano il proprio piccino a interiorizzare più facilmente la loro presenza e questo lo rende più sicuro di sé, aperto alle relazioni con gli altri e, quindi, pronto a mettersi alla prova nel mondo.

Un corso per imparare a usare la fascia
In Occidente l’uso della fascia si è perso nel tempo e per riprendere confidenza può essere utile l’aiuto di persone esperte. Soprattutto nel caso in cui si utilizzi il modello di fascia lunga o si desideri portare il piccolo sulla schiena, sarebbe preferibile frequentare un corso per verificare tecniche e posizioni. È importante, infatti, che la postura della mamma e del bebè siano corretti e che il piccolo sia portato in modo sicuro.

Per saperne di più
Per chi desidera saperne di più sull’arte del portare i bimbi e/o è interessato a partecipare a un corso, ecco gli indirizzi di alcune associazioni che organizzano incontri ad hoc.